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giovedì 6 giugno 2013




  • Sicuramente non qui a Forlì.....l'insegnante di sostegno e arrivato solo a dicembre,e solo perché ci eravamo rotti un po le scatole di sentirci dire ,e colpa del ministero ,e colpa delle graduatorie,e colpa di questo e colpa di quello,allora abbiamo scritto una bella raccomandata ,e come per magia dopo circa tre quattro giorni ,eccoti arrivare l'insegnante di sostegno.......intanto pero il bimbo e andato a scuola per due ore al giorno,per tre mesi,cioè per le ore che riuscivano a coprire.....mandando all'aria tutto il lavoro che avevamo fatto in estate con lo psicologo pagato privatamente perché qui la ausl non offre un bel niente,insomma un estate intera per prepararlo su certi aspetti importanti,per vederli sfumare via in nemmeno una settimana di scuola,questi bambini sono talmente sensibili,che basta niente per destabilizzarli.......per un genitore e una gioia immensa vedere che il proprio figlio faccia dei progressi,se stimolato con i metodi e sopratutto col dei professionisti competenti,che purtroppo qui non abbiamo....infatti da sempre siamo dovuti ripiegare sul privato,e scappare a Bologna.

giovedì 17 gennaio 2013



Salute mentale, 3mila persone all'anno in carico all'Ausl

Integrazione sempre più stretta fra medici di medicina generale e psichiatria, prevenzione dei suicidi, nuovi interventi nel campo delle dipendenze, come le unità di strada

di Redazione - 2 ottobre 2012
Il dott. Claudio Ravani
Il dott. Claudio Ravani
Integrazione sempre più stretta fra medici di medicina generale e psichiatria, prevenzione dei suicidi, nuovi interventi nel campo delle dipendenze, come le unità di strada, e percorsi specifici per particolari problematiche neuropsichiatriche. Sono questi alcuni dei progetti più innovativi che sta portando avanti ilDipartimento di Salute Mentale dell'Ausl di Forlìdiretto dal dott. Claudio Ravani e composto dall'U.O. di Psichiatria (Salute Mentale Adulti), dall'U.O. di Psicologia, dall'U.O. SPDC (Area ricoveri Salute Mentale Adulti), dall'U.O. Neuropsichitria infantile, e dall'U.O. Dipendenze Patologiche.

Nell'ultimo anno, nel campo della Salute Mentale Adulti, c'è stata una vera e propria rivoluzione organizzativa, con l'abbinamento delle equipe psichiatriche ai Nuclei di Cure Primarie, come previsto nel programma Leggeri, diretto a facilitare il più possibile i rapporti fra medici di medicina generale e area della salute mentale. «Siamo gli unici sia in Emilia-Romagna sia in Italia a esserci strutturati in questo modo - dichiara il dott. Ravani - di norma, l'assegnazione a un'equipe psichiatrica avviene su base territoriale, mentre dal 2011, nella nostra Ausl, non dipende più dalla residenza del paziente ma da qual è il suomedico di famiglia: l'equipe psichiatrica diventa, cioè, l'equipe di un Nucleo di Cure Primarie e il cittadino, nel momento stesso in cui sceglie il proprio medico, determina già anche la propria equipe di riferimento». Al momento, le equipe psichiatriche possono disporre di ambulatori comuni coi medici solo in alcune sedi di nucleo; nel futuro, le Case della Salute diventeranno il luogo in cui equipe psichiatriche e medici di famiglia lavoreranno, anche fisicamente, uno accanto all'altro. L'altro progetto innovativo a cui si sta lavorando, e di cui l'U.O. di Psichiatria dell'Ausl di Forlì è capofila in Emilia-Romagna, riguarda la prevenzione dei suicidi, con interventi in tre diversi ambiti: ospedale-Pronto Soccorso, carcere, e territorio.

Per quanto riguarda l'attività, negli ultimi anni, la Salute Mentale Adulti dell'Ausl di Forlì ha trattato circa 3.000 casi complessivi all'anno, di cui 1.000 nuovi contatti. Nel 2011, a fronte di oltre 3.000 trattamenti ambulatoriali, le persone ricoverate presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dell'ospedale "Morgani-Pierantoni" sono state poco più di 300. Annualmente, nell'ambito di tutti i ricoveri, circa il 10% è costituito da trattamenti sanitari obbligatori.

Nel corso del 2011, gli interventi di psicoterapia hanno interessato complessivamente 150 persone, mentre 324 sono state inserite in percorsi socio-riabilitativi di vario tipo; esperienze di formazione o lavoro sono state intraprese da 82 pazienti. Passando ai trattamenti socio-residenziali, ne hanno beneficiato 132 soggetti, col Centro Diurno che ha ospitato una ventina di utenti. A livello residenziale, infine, sono state seguite in tutto 178 persone, 113 in modo più intensivo, e 65 con ricoveri protratti. Da sottolineare che, ogni anno, circa 5-600 pazienti vengono sottoposti a un mix di tali interventi, tutti racchiusi nell'ambito di un progetto personalizzato messo a punto dall'equipe del Centro di salute mentale, formata da medico psichiatra, infermiere, psicologo, assistente sociale. In merito alla tipologia dell'utenza, il 56% è rappresentato da donne e il 44% da uomini, con una percentuale di stranieri del 7%; prevalgono nettamente i disoccupati, pari al 68%. Le patologie più frequenti sono i disturbi depressivi e/o dell'umore, di vario genere, sia nelle forme severe sia lievi, e le gravi psicosi, ovvero schizofrenie e disturbi dell'umore psicotico, che, insieme ai gravi disturbi della personalità, presentano le diagnosi più impegnative. All'interno di tale quadro, la maggioranza dei trattamenti erogati, pari al 60%, riguarda le forme più severe di depressione e le gravi psicosi, mentre alle forme più lievi di depressione e ai disturbi della personalità è dedicato il 32% degli interventi.

Novità importanti hanno investito, in questi anni, anche l'area delle dipendenze patologiche, chiamata a confrontarsi con un'utenza in continua evoluzione rispetto a quella per cui, originariamente, erano nati i Sert. «La tossicodipendenza da eroina è sensibilmente calata - rivela il dott. Ravani - per lasciare il posto all'abuso di sostanze diverse e varie, come cocaina, ectasy, nuove droghe. Proprio per questo, ci siamo sforzati di costruire servizi a bassa soglia, cioè di facile accesso da parte dei cittadini, sviluppando iniziative all'avanguardia quali le unità di strada, presenti, ad esempio, nelle discoteche o nei luoghi frequentati dai giovani, o forme di coinvolgimento sul web come il portale "Web Corsairs", esperienza che ci vede capofila in Regione. Oggi, infatti, il problema maggiore è riuscire a intercettare l'utenza per iniziare poi un percorso terapeutico». Altri interventi riguardano il tabagismo, con un ambulatorio dedicato, e il gioco d'azzardo, prevedendo iniziative per seguire i giocatori. Sul fronte dell'attività, nel 2011 il Sert dell'Ausl di Forlì ha trattato, per problemi di tossicopidendenza, circa 500 persone, cui vanno aggiunti i 160-170 casi di alcolismo, registrando 100 nuovi accessi. In gran parte si tratta di uomini (76%), mentre le donne rappresentano appena il 24%. Le sostanze di cui si è registrato il maggior abuso sono state le benzodianzepine, seguite da ectasy, cocaina e cannabinoidi; resta poi un'utenza storica legata all'utilizzo di eroina. «Al secondo posto assoluto per quanto riguarda il consumo c'è, però, l'alcol - rivela il dott. Ravani - problema emergente e ancor più pericoloso dell'eroina, perché più facile da trovare e in grado di procurare danni peggiori: per una crisi d'astinenza da eroina non si muore, per una da alcol sì».Per contrastare queste problematiche, il servizio mette in campo equipe multiprofessionali, composte da tossicologi, medici psichiatrici e internisti, psicologi, infermieri, ed educatori.

L'U.O. di Neuropsichiatria Infantile, che si occupa della fascia d'età da 0 a 18 anni, è caratterizzata ugualmente da team multiprofessionali, dove lavorano insieme il neuropsicologo, lo psicologo, il logopedista, il fisioterapista e altre figure in ambito riabilitativo. «Quest'unità riassume in sé sia la competenza psichiatrica sia neurologica, le quali, nel caso degli adulti, sono invece erogate da servizi diversi - spiega il dott. Ravani - proprio per gestire al meglio il cambiamento che si verifica al compimento del 18° anno di età, esiste un'apposita equipe, denominata "Team 18", deputata a seguire il paziente complesso nel momento del passaggio dall'U.O. di Neuropsichiatria alla pluralità di professioniti chiamati ad occuparsi di lì in avanti della sua situazione». Nel corso del 2011, l'unità ha trattato 1.692 bambini, registrando 423 nuovi accessi. La maggioranza sono maschi (63% contro un 37% di femmine), con un 14% di stranieri. Per quanto riguarda l'età, il 28% frequenta la scuola elementare, il 27% la materna, e il 9% l'asilo nido. A seconda dei singoli casi, sono previsti percorsi ad hoc pensati, in particolare, per le problematiche più frequenti, ovvero disturbi specifici dell'apprendimento, che si manifestano in età pre-scolare e scolare, autismo, e disturbi del comportamento alimentare. Infine, per quanto riguarda l'U.O. di Psicologia, il futuro riserverà quasi sicuramente una riorganizzazione del servizio, destinato a divenire un programma dell'Azienda.

sabato 3 novembre 2012

Un sito interessante

www.mondoaspie.com

Un sito interessante che offre una panoramica generale sull'Autismo, riportando fatti di cronaca e notizie sempre aggiornate sull'argomento, nonché offre una raccolta di leggi, sentenze e materiale vario.

sabato 26 maggio 2012

Inps: accertamento invalidità.

Volete sapere l'ultima sul modo di lavorare della sanità pubblica?
Allora, qualche mese fa ci siamo presentati col bambino alla visita per la revisione dell'ivalidità civile, presentando tutta la documentazione aggiornata, quindi anche l'ultima diagnosi di Autismo che conferma le altre tre diagnosi precedenti (contrassegnata dai codici internazionali ICD-10: f84.0  ICD-9 299.00 che servono a distinguere le varie patologie). Durante il colloquio ci è sembrato di essere stati chiari, anzi la commissione che presenziava si è dimostrata molto sensibile riguardo al problema dell'Autismo. Arrivo al punto, dopo qualche settimana ci arriva la risposta a casa e abbiamo subito notato che avevano riportato la stessa identica diagnosi "vecchia" del 2009, senza prendere in cosiderazione la recente diagnosi di Autismo, che come diagnosi ultima e definitiva si sostituisce alla precedente, ma la cosa più scandalosa è che gli è stato attribuito un codice ICD-9 che non corrisponde a nessuna delle diagnosi fatte fino ad ora! Ci siamo chiesti da dove avessero potuto tirare fuori quel codice che identifica il "ritardo mentale grave", mai diagnosticato a nostro figlio! Decidiamo così di andare a chiedere spiegazioni e indovinate cosa hanno avuto il coraggio di risponderci? che la colpa era del terminale che non disponeva di un codice equivalente all'Autismo! che assurdità!!! i codici internazionali sono tali proprio perché sono gli stessi utilizzati nella maggior parte dei paesi, sono nati allo scopo di evitare interpretazioni errate come questa, e l'Autismo è contemplato eccome, essendo una patologia riconosciuta come qualsiasi altra! Inoltre, ci hanno pure detto che non c'è modo di modificarla fino al 2017! Meno male però che noi questi famosi codici li abbiamo trovati eccome, anche i medici di Bologna e di Pisa li hanno trovati...a volte succedono cose strane, misteriose, adesso neanche dei computer ci si può fidare più.....

martedì 1 maggio 2012

Seguiteci!

Ovviamente quello quì espresso è il punto di vista particolare di un genitore di un bambino autistico che vive a Forlì, quindi è chiaro che il mio parere personale può non essere condiviso e che ci siano persone che vivono situazioni diverse dalle mie. Allora, sarebbe utile confrontarsi per dare una visione più ampia possibile sull'Autismo e i disturbi dello spettro autistico (ASD), perché la giusta informazione e la solidarietà interpersonale sono fondamentali per affrontare questi problemi.